Per applicare correttamente l’alimentazione, prima di tutto bisogna capire quanto incide ciò che si mette in bocca. In oltre 3 milioni di anni l’evoluzione ha fatto si che il corpo umano trasformi la miscela dei nutrienti che si presenta in natura, in muscoli, ossa, organi, ghiandole e cervello. Gli atleti che si alimentano male, ovvero quando buttano giù cibi carichi di grasso e poveri di nutrienti, non capiscono quanto stiano disturbando la precisione dell’azione enzimatica utilizzata dai loro corpi. Importante quindi, oltre che stabilire il fabbisogno nutrizionale “basale”, sia per quanto riguarda la componente energetica totale che per le quantità ottimali dei macronutrienti, (proteine, carboidrati e lipidi), valutare l’opportunità di interventi con alimenti specifici, integratori, supplementi. I principali punti che influenzano l’organizzazione di un piano alimentare e di integrazione in uno sportivo sono:
- Esigenza di conciliare esigenze diverse per caratteristiche fisiche, abitudini, ruolo (e quindi dispendio)
- Necessità di conciliare le esigenze “nutrizionali” con gli aspetti organizzativi
- Necessità di mantenere prestazione su livello medio alto per un periodo di tempo prolungato
- Possibilità di competizioni a distanza ravvicinata per tempi anche ripetuti e/o prolungati
Per concludere, voglio ricordare un aspetto molto importante, ovvero quando si ottimizza un piano alimentare, non ci si devono aspettare risultati rapidi. Quando un corpo comincia a nutrirsi meglio, bisogna attendere che la dinamica fisiologica faccia crescere nuove cellule sane. Pertanto la costanza di una corretta alimentazione, associata ad un costante e corretto allenamento, sono la chiave per un fisico in forma e per una performance vincente.