Con il termine “stretching'' si intende proprio l'insieme di tecniche di allungamento muscolare volte ad incrementare l'elasticità muscolare, quindi la capacità di rilassamento muscolare e di conseguenza la mobilità articolare.
Quando ci si concentra solo sul proprio programma di allenamento, finalizzato ad incrementare la forza, la velocità, e la reattività di un gesto tecnico, si porta il muscolo ad un naturale accorciamento, che comporta una riduzione graduale del range motorio, ma anche un potenziale di forza, movimento, velocità non sviluppato e utilizzato a pieno. E' basilare inserire nella propria routine di allenamento una sequenza di esercizi di stretching, attraverso questi si manterrà con il tempo la naturale flessibilità articolare di tutto l'organismo.
Introducendo degli esercizi di stretching a fine allenamento si riuscirà a:
- migliorare l'estensibilità muscolare, quindi l'efficienza muscolare;
- perfezionare le abilità motorie, quindi migliorare la performance sportiva in toto. L'esecuzione del gesto tecnico diviene più ampia in termini di range motorio, ma diviene anche più economica e fluida;
- migliorare la consapevolezza del proprio corpo, delle proprie capacità e dei propri limiti;
- prevenire il rischio di lesioni osteo - muscolo -tendine, grazie proprio ad un miglioramento di mobilità attiva e passiva;
- migliorare la circolazione sanguigna periferica;
- migliorare i processi di recupero alla fatica sportiva, accelerando i processi di eliminazione delle scorie metaboliche.
Gli esercizi di stretching devono essere eseguiti alla fine di ogni singolo allenamento. Questi devono essere studiati sul soggetto (età, sesso, necessità fisiche e capacità motorie) e sullo sport praticato, in modo da coinvolgere i muscoli utilizzati nel gesto tecnico. Allo scopo, bastano 5-6 esercizi specifici da eseguire con gradualità, rispettando le sensazioni percepite dal muscolo, e tenendo il muscolo “in posa'' per un tempo “efficace''. La posizione finale di ogni esercizio di stretching deve essere raggiunta lentamente e fluidamente, tenuta per un minimo di 15″ e per un massimo di 30″ circa, ritornando alla posizione di partenza sempre lentamente, fluidamente e gradualmente per evitare traumi o ritorni “violenti'' per il muscolo allungato.